L’uomo è un animale emotivo, e per questo ricerca le emozioni anche in ciò che crea. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito a uno sviluppo della tecnologia che cerca di imitare, o meglio decriptare, le emozioni umane.
Un esempio pratico utile a spiegare la Tecnologia Senziente è il case study della Emotional Art Gallery, progetto di Clear Channel Sweden del 2019.
Sui 250 totem digitali presenti all’interno delle stazioni della metropolitana della capitale svedese sono stati trasmessi - per un periodo limitato di tempo - alcune opere di artisti internazionali, selezionate perché avevano la capacità di ridurre il livello di stress dei passeggeri.
Per il progetto è stato sviluppato un algoritmo in grado di riconoscere lo stato emotivo delle persone tramite lo studio degli analytics online e social. Attraverso questa capacità “senziente” della tecnologia, gli utenti hanno visto migliorare il proprio benessere fisico e psicologico.
Un'altra applicazione è il progetto Ada, una scultura intelligente - composta da migliaia di minuscoli led - che Microsoft Usa, con la collaborazione dell’architetta e designer Jenny Sabin, ha deciso di installare all’interno del Microsoft Research Building 99.
All’interno dell’edificio sono state inserite telecamere e alcuni sensori in grado di riconoscere, per esempio dall’espressione facciale o dal tono di voce, le emozioni delle persone. L'installazione è quindi in grado di reagire a questi stimoli attraverso il continuo mutamento dei colori e dei pattern sulla sua superficie.
La Tecnologia Senziente è stata applicata negli anni anche alla cura della persona. In un mondo in cui la solitudine e la depressione sono endemiche, questa si è proposta come possibile aiuto per risolvere il problema.
Gli esempi a riguardo sono numerosi, sia per quanto riguarda il supporto ai giovani, sia per la cura degli anziani. Interessante è il caso di Lovot, un robot da compagnia per ogni fascia d’età prodotto dall’azienda giapponese Groove X.
Ideato per combattere la solitudine, molto diffusa nel paese asiatico, Lovot è in grado di riconoscere le emozioni, di interagire in real-time agli stimoli che riceve dall’esterno, ed è stato pensato per essere morbido e reattivo al tatto.
Un altro esempio interessante, soprattutto perché il software alla base è stato sviluppato in Italia, è quello di Zeno Robot. Behaviour Labs, start up catanese impegnata nel campo della robotica sociale, ha avuto la brillante idea di utilizzare un robot, prodotto da una società americana, per aiutare i ragazzini che soffrono di autismo a comunicare e a relazionarsi con ciò che sta intorno a loro.
Ovviamente, non tutte le applicazioni della Tecnologia Senziente si riferiscono a casi artistici o umani, come i due che abbiamo appena citato.
In generale, si possono definire due utilizzi diversi di questa, uno empatico, uno invece analitico.
Infatti, questa tecnologia è nata in primis come la core-feature delle piattaforme di analisi del sentiment del pubblico, utilizzate per recuperare insight significativi in riferimento a servizi e prodotti, e per gestire e riconoscere le possibili crisi aziendali.
Attraverso il natural language processing (NLP), potenziato - negli strumenti più evoluti - dal Machine Learning, queste piattaforme sono in grado di leggere in real-time migliaia e migliaia di post sui social o sul web, riconoscere l’argomento di conversazione e, soprattutto, il sentiment di chi scrive. Basta però un semplice errore grammaticale, un'affermazione di contesto o un accenno di sarcasmo per depotenziare l’affidabilità dell’analisi.
L’umanità soffre per natura di analfabetismo emozionale, soprattutto in quest’epoca digitale e virtuale. Non riusciamo a dare un nome alle emozioni che proviamo e a riconoscere i sentimenti di chi ci sta a fianco; come possiamo quindi sperare di insegnare a un algoritmo ad essere empatico?
Poco tempo fa la televisione coreana ha mandato in onda una trasmissione, chiamata Meeting You, in cui è stata raccontata la storia drammatica di una madre che ha perso la figlia di sette anni.
Gli autori, nel finale di trasmissione, hanno deciso di ricreare in un ambiente virtuale il modello 3D della figlia, costruito con sembianze, voce, movenze e addirittura sentimenti reali della bambina deceduta. La madre è stata invitata a relazionarsi con lei in questo mondo fittizio, per dirle addio un'ultima volta.
La domanda che sorge spontanea è: quanto può essere giusta un’operazione commerciale di questo tipo? Una tecnologia che diventa senziente, e che si propone come empatica, pone numerose domande alla società dal punto di vista etico.