Durante la missione Apollo 8 per la prima volta tre esseri umani osservarono il nostro Pianeta dallo spazio, provando una profonda commozione di fronte alla bellezza e fragilità della Terra, perla azzurra persa nell’infinito dell’universo.
Ritornando dalla missione e avvicinandosi all’atmosfera, l’esperienza degli astronauti dell’Apollo 8 si fece più intensa. Davanti ai loro occhi si dipanavano distese di cicloni e perturbazioni, ma anche città illuminate nella notte, barriere coralline e aurore boreali – lo stesso panorama che, decenni dopo, osservano ancora oggi gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale.
Nel 1987 l’autore e filosofo Frank White ha assegnato un nome alla sensazione di meraviglia che si prova osservando la Terra dallo spazio: Overview Effect.
Il termine Overview Effect, letteralmente “effetto della veduta d’insieme”, definisce il cambiamento cognitivo nella percezione percepito dagli astronauti e dai cosmonauti durante le missioni spaziali.
White, pur non avendo mai sperimentato di persona l’esplorazione spaziale, ha raccolto in un volume intitolato “The Overview Effect” le interviste a 29 astronauti, collegate appunto dal dirompente cambio di prospettiva che si verifica durante un viaggio spaziale.
Un’esperienza così radicale modifica per sempre la percezione del nostro pianeta. Le dichiarazioni raccolte da White enfatizzano nella maggior parte il senso di unità e interconnessione tra gli esseri viventi, la necessità di apprezzare e prenderci cura della nostra “casa”.
L’astronauta Jim Lovell, membro della già citata missione Apollo 8, evidenzia come, dalla Luna, la Terra sembri “una grande oasi rispetto alla grande vastità dello spazio”, mentre il cosmonauta Aleksei Leonov percepisce il pianeta come “la nostra casa che doveva essere difesa come una reliquia sacra”.
Dall’alto i confini e le barriere che definiscono la vita sulla Terra sono invisibili. Nella visione olistica che determina l’Overview Effect il nostro pianeta rivela tutta la sua magnificenza e, al contempo, tutta la sua fragilità.
Le sonde spaziali si spingono a distanze per il momento ancora impensabili per gli astronauti: le immagini che riescono a catturare mostrano la Terra come una piccola, fragile sfera su cui si concentra tutta la vita finora conosciuta, “appesa” nello spazio siderale, avvolta da una sottile atmosfera che la protegge dall’ambiente esterno.
Nel 1990 l’astronomo e scrittore Carl Sagan riuscì a ottenere che la sonda spaziale Voyager 1, prima di lasciare il Sistema Solare, voltasse la telecamera e scattasse una fotografia alla Terra da ben 6 miliardi di chilometri di distanza.
Nello scatto che ne derivò, ribattezzato da Sagan Pale Blue Dot, il nostro pianeta altro non è che un impercettibile pallino, largo meno di un pixel, solitario e microscopico nello spazio attraversato dal riflesso del Sole sulla telecamera della sonda.
Nell’omonimo testo del 1994 Sagan riflette proprio su questo scatto, che suscita una versione indiretta e amplificata dell’Overview Effect:
L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni “superstar”, ogni “comandante supremo”, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole.
La piccolezza del nostro pianeta davanti alla vastità dello spazio meraviglia e spaventa allo stesso tempo gli osservatori.
La necessità di creare una società planetaria con la volontà unitaria di proteggere e dare un futuro a questo "pallido puntino azzurro" nello Spazio, preservando l’ambiente e andando oltre a confini e barriere sociali, diventa evidente e imperativa.
Fino a questo momento meno di 600 persone nella storia dell’umanità hanno potuto sperimentare in modo diretto l’Overview Effect osservando la Terra dallo spazio. Anche le fotografie più significative, nella loro bidimensionalità, non si avvicinano lontanamente all’esperienza olistica e totalizzante che questi ultimi hanno avuto il privilegio di provare.
I progressi della tecnologia nel campo della Realtà Virtuale (VR), tuttavia, danno a un pubblico sempre più ampio la possibilità di sperimentare l’Overview Effect grazie a esperienze immersive.
La tecnologia della Realtà Virtuale, grazie alla sua controllabilità e la capacità di offrire un senso di presenza, rappresenta infatti un mezzo unico per progettare e studiare esperienze accessibili al pubblico.
È stato dimostrato che le esperienze in Realtà Virtuale ispirate alle esplorazioni spaziali, in particolare se combinate con effetti sonori e pratiche di mindfulness, riescono a suscitare una risposta emotiva profonda di meraviglia e stupore nel pubblico. In altre parole, non serve essere astronauti né bisogna attendere di diventare turisti spaziali per provare l’Overview Effect.
L’Overview Effect dimostra che un cambio di mentalità è spesso questione di un cambio radicale di prospettiva. Passando dal particolare all'universale, dal singolare al collettivo, elevandoci al di sopra dei confini e delle barriere della vita quotidiana riscopriamo ciò che ci rende umani.
Portare questa mentalità all’interno dei processi aziendali è il primo passo per garantire la realizzazione di prodotti e servizi davvero empatici.
Da anni Neosperience guida le aziende nella trasformazione digitale grazie a un ecosistema di soluzioni tecnologiche empatiche, che soddisfano e anticipano i bisogni e le esigenze dei clienti.
Aiutiamo le imprese a innovare le loro strategie di business partendo dai dati e dalla loro analisi in tempo reale e fornendo loro la chiave strategica per costruire il presente e il futuro dell’azienda sul mercato.
Neosperience crede nelle potenzialità della tecnologia VR, fino ad oggi sfruttate solo parzialmente dai brand per offrire esperienze realmente immersive.
Dopo aver portato a termine progetti vincenti che hanno aperto le potenzialità della Realtà Virtuale nell’e-commerce, abbiamo portato la nostra esperienza di Overview Effect a Futura Expo, la fiera dedicata a una visione del futuro in cui Uomo, Natura, Ambiente ed Economia convivono in armonia.
A partire da domenica 2 ottobre e fino a martedì 4 ottobre i visitatori di Futura Expo 2022 hanno potuto sperimentare nel nostro stand un’esperienza in Realtà Virtuale che simula l’osservazione della Terra dallo spazio per mezzo di visori Oculus Quest 2.
Con questa scelta ci siamo posti l'obiettivo di dimostrare che la Realtà Virtuale non è un "esercizio di stile", né una moda destinata a essere presto soppiantata, bensì uno strumento utile a offrire nuovi punti di vista alle persone e permettere loro di sperimentare situazioni out of this world.