Oggi il contesto in cui gli operatori del settore si stanno muovendo è complesso, ma in forte ripresa. Sebbene l’aumento dei costi delle materie prime e i ritardi di approvvigionamento abbiano ritardato consegne e fatto lievitare i costi per il consumatore finale, al momento il mercato sta reagendo positivamente, più di quanto ci si aspettasse soprattutto per quanto riguarda il B2C.
Molti imprenditori del settore hanno affermato che - tra quest’anno e lo scorso- hanno assistito a un flusso di acquisti superiore del 50% rispetto al periodo precedente.
Sebbene sia una notizia positiva, che dimostra il valore inattaccabile del settore, è comunque necessario che le aziende continuino ad affrontare e integrare i cambiamenti che sono avvenuti in quest’ultimo periodo, sia per quanto riguarda il rapporto con il mercato B2C, sia soprattutto per il B2B.
Rimane interessante notare, inoltre, come questa situazione di difficoltà abbia contribuito a far prendere coscienza delle proprie potenzialità e abbia generato nuove opportunità da poter cogliere anche a lunga distanza.
In questo articolo vi racconteremo quali sono le soluzioni migliori per affrontare i mesi e gli anni che verranno.
Pensando alla crescita del settore in ottica globale diventa imprescindibile prendere in considerazione un paese in profonda trasformazione come la Cina: un mercato, quello dell’arredamento cinese, che negli ultimi tempi si è evoluto rapidamente, tanto da rappresentare una grande opportunità per i marchi internazionali.
Infatti i giovani consumatori cinesi oggi abbracciano pienamente le influenze occidentali nel design, in particolare quelle italiane.
Questa evoluzione “di gusto” è il riflesso di un cambiamento da parte dei consumatori cinesi, che ora richiedono una più ampia varietà di stili e influenze estetiche, oltre a quelle locali.
Artisti e designer cinesi hanno dato vita a mix tra elementi cinesi e occidentali per creare ambienti sofisticati e contemporanei nello stile definito “minimalista cinese contemporaneo”.
I marchi che desiderano espandersi in Cina hanno come obiettivo primario quello di definire e identificare chiaramente un audience di riferimento. È di primaria importanza comprendere a fondo il pubblico a cui ci si riferisce riuscendo a delineare i loro interessi sullo stile di vita.
Diventa più semplice a questo punto identificare e adattare il prodotto da spingere sul mercato e lavorare su una strategia di sviluppo online e offline intelligente, che includa sia la vendita al dettaglio fisica sia digitale. Inoltre, trovare community e KOL giusti con cui collaborare è fondamentale per comunicare al meglio il proprio brand ai consumatori giusti.
Per raggiungere questo obiettivo ed espandere il proprio mercato nell’estremo oriente, Value China rappresenta l'agenzia di consulenza, marketing e digital transformation per la Cina migliore, capace di supportare le aziende nel potenziare la loro presenza sul mercato, migliorandone la visibilità, l'awareness e KPI.
Il settore dell’arredamento deve poter far toccare con mano i prodotti ai clienti. Questo non toglie però che la maggior del pubblico - in una fase precedente all’acquisto - decida di informarsi attraverso i canali digitali.
Solitamente, dopo aver cercato su Google o aver sfogliato qualche rivista di design, gli utenti interessati finiscono inevitabilmente per visitare il sito del brand, desiderosi di poter vedere e approfondire le informazioni sui prodotti. In quel momento, su quel touchpoint, il possibile acquirente prende una decisione: andare in negozio per magari acquistare, o continuare la ricerca.
È quindi essenziale che il brand offra un’esperienza di visione virtuale del prodotto coinvolgente ed efficace, che stimoli l’interesse dell’utente e lo convinca a dirigersi verso lo store.
Questo discorso è valido per il B2C, ma anche - soprattutto oggi - per il B2B.
La Mixed Reality è una soluzione per le esperienze virtuali che raggruppa due tecnologie simili concettualmente, ma molto distanti come modalità di fruizione: la Realtà Aumentata e la Realtà Virtuale.
La prima si serve di uno strumento - lo smartphone principalmente - per posizionare nell’ambiente circostante i modelli 3D degli oggetti, anche animati, con cui l’utente può parzialmente interagire.
La seconda invece ha bisogno di un visore dedicato, che, una volta indossato, proietta l'utente in una realtà totalmente virtuale, dove può muoversi liberamente e interagire con l’ambiente.
Quali sono le applicazioni di queste tecnologie per l’arredamento?
Come ci ha insegnato negli anni Ikea Place, non esiste strumento migliore della Realtà Aumentata per permettere agli utenti di testare come l’arredamento si posiziona all’interno degli spazi abitativi. Il successo dell’esperienza proposta dal gigante svedese dimostra, se ancora ce n’era bisogno, che il pubblico è pronto e vuole un’offerta di questo tipo.
Riguardo invece alla Realtà Virtuale, questa tecnologia si è dimostrata particolarmente efficace per il B2B, siccome è in grado di offrire ai buyer un’esperienza virtuale coinvolgente, che non si limiti alla presenza fisica alle fiere di settore.
Per esempio, spedendo i visori direttamente agli interessati, questi potranno scoprire e interagire con le nuove collezioni. Aprire un divano letto per vedere com’è all’interno? Si può fare. Inserire la prolunga su un tavolo? Anche. Oggi questa tecnologia ha raggiunto livelli qualitativi inimmaginabili.
Arricchire le fasi precedenti all’acquisto è diventato essenziale.
Il valore dato all’esperienza del cliente, oggi sempre più centrato sul digitale, è il discriminante tra successo e insuccesso.
Senza scendere in tecnicismi, in questa sezione vi spiegheremo quali sono i vantaggi derivanti dall’adozione di una Customer Data Platform (CDP) e dall’implementazione di strategie per acquisire le informazioni di contatto e personali di utenti e clienti.
Spesso le aziende che vendono arredamento, sia B2C sia B2B, fanno un errore: si dimenticano di recuperare i dati dei clienti.
Come mai?
Per quanto riguarda il B2B, la motivazione è una sola: siccome gli acquirenti medio-piccoli (architetti, ristoratori, etc.) si rivolgono direttamente a terze parti, i loro dati rimangono ai rivenditori e non arrivano al brand.
Per quanto riguarda il B2C, invece, oltre al discorso sui rivenditori (ugualmente valido), c’è un’altra motivazione molto semplice: chi compra una cucina, un divano o dei sanitari difficilmente ripete l'acquisto nel breve o medio periodo; per questo motivo molte aziende decidono di non recuperare i dati del cliente per ricontattarlo e fidelizzarlo. La visione comune è che questa sia un’attività troppo costosa e dispersiva, che non porta dei vantaggi reali.
L’azienda così facendo perde invece un’occasione per instaurare un legame con il cliente che, anche se forse non nell’immediato, indubbiamente le porterà dei vantaggi.
Immaginiamo che un avvocato - cuoco amatoriale ma appassionato - debba rinnovare casa. Si presenta da un rivenditore e acquista la cucina dei suoi sogni. Il brand recupera i dati del nuovo cliente. Come? Gli chiede di attivare la garanzia della cucina sul proprio sito internet. Memorizza quindi i suoi dati e li inserisce nella propria Customer Data Platform.
Qualche giorno dopo manda un’email al cliente offrendogli uno sconto su un corso di cucina.
Dopo un mese, invece, gli regala un codice sconto per l’acquisto di utensili professionali per cucinare.
Il secondo mese scrive al cliente per invitarlo a partecipare a un concorso: compilando il questionario potrà vincere una cena cucinata in casa propria da uno chef tre stelle Michelin.
Via via che passa il tempo, fra brand e utente si creerà un legame.
Quando il cliente dovrà consigliare agli amici quale cucina acquistare, consiglierà la sua. Quando dovrà cambiare cucina nella casa al mare, comprerà sempre dallo stesso brand.
Stesso identico discorso è valido per il B2B: magari il produttore in questo caso - dopo l’acquisto - offrirà sconti per le piastrelle di un partner, o agli architetti una masterclass con un famoso designer internazionale. Più saranno validi i vantaggi che offre il brand, più i professionisti torneranno ad acquistare.
In ogni caso, il discorso è sempre lo stesso: creare una relazione con i clienti è ciò che permette a un’azienda di crescere nel tempo, con la consapevolezza di poter contare su una solida base di appassionati.
La Customer Data Platform serve proprio a questo: a creare relazioni.a rendere più semplice il contatto con il pubblico, grazie a automazione e personalizzazione, e a facilitare la gestione dei clienti e dei loro dati.
In definitiva, per il settore dell'arredamento e del design è tempo di cambiare alcuni paradigmi operativi e strategici, per continuare a crescere e portare la qualità del Made in Italy in tutto il mondo.
Se sei interessato ad approfondire le applicazioni delle tecnologie Neosperience al settore, ti invitiamo a contattarci cliccando sul link qui sotto.